
Lodovico Ferronati è una di quelle figure cosiddette minori che hanno arricchito il panorama musicale del XVIII secolo senza tuttavia che la loro fama si sia estesa dopo la loro morte. Si farebbe però un grave errore a considerare giusto questo oblio, perché proprio questi compositori minori creavano e mantenevano il sottobosco culturale che popolava le città di tutta Europa e caratterizzavano in maniera importante la vita artistica del proprio territorio. Lodovico Ferronati, padovano di nascita ma bergamasco d’adozione, proprio alla città orobica legherà il proprio nome, servendo all’interno della prestigiosa Cappella Musicale della Basilica di Santa Maria Maggiore per più di 60 anni, prima come violinista e in seguito come Maestro di Cappella. Ci si aspetterebbe che una militanza così lunga possa garantire un ritrovamento cospicuo di sue composizioni, ma purtroppo così non è: la maggior parte della sua composizione sacra è andata perduta mentre sono arrivati ai giorni nostri una collezione di sonate per violino e basso continuo pubblicate nel 1710 a Venezia e una serie di concerti per violino conservati a Dresda e Vienna in importanti biblioteche, a testimonianza di come la qualità delle sue composizioni sia stata tenuta in considerazione e abbia permesso alla sua musica di estendersi oltre i confini domestici.
La figura di Ferronati fu quella di una persona con un notevole spessore culturale e tenuta in considerazione sia per le sue capacità musicali che per la sua passione per l’arte. Combinando la sua longeva attività in seno alla Cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore e il collezionismo di quadri che lo accompagnò per tutta la vita, è facile immaginarsi l’influenza che Ferronati può aver avuto sul panorama culturale bergamasco nel corso del XVIII secolo.
Questo concerto, in cui vengono presentati in anteprima tre brani contenuti nel disco monografico di prossima pubblicazione, combina le sue musiche inedite con le composizioni di tre maestri simbolicamente scelti in relazione ai luoghi di Ferronati: il bergamasco prodigioso Locatelli (probabile allievo dello stesso Ferronati e più fulgido talento violinistico di tutto il Settecento), l’immortale Vivaldi (colui che più incarna gli stilemi del barocco veneziano), e la figura-ponte di Tomaso Albinoni, di origini orobiche ma nato e cresciuto in Veneto.
PROGRAMMA:
Lodovico Ferronati (fl.1710 -1767): Inno di S. Antonio “Engratulemur hodie” per contralto e orchestra CFC 3:1
Tomaso Albinoni (1671-1751): Sinfonia a quattro T.Si4
L. Ferronati: Concerto del Sig. Lodovico Ferronati col violino 2ndo obbligato CFC 1:C1
Pietro Antonio Locatelli (1695-1764): Concerto Op. 4 n°8 “A imitazione de’ corni da caccia”
L. Ferronati: Mottetto “Crudelis herodes” per contralto (or. Soprano) e orchestra CFC 3:1
Antonio Vivaldi (1678-1741): Concerto per violino in re maggiore RV 208 “Grosso Mogul”
Valentina Ferrarese: Mezzosoprano