IL GIOCO DELLA CIECA

Palazzo Terzi

18/7/2021, ore 18

Far rivivere la pratica storica del cantare accompagnandosi con il proprio strumento in un vibrante gesto collettivo. L’idea che anima questo Ensemble: cinque voci si fondono alle armonie di cinque strumenti, per un suono dal colore unico. L’Ensemble Concerto di Margherita nasce a Basilea nel 2014 dall’incontro di Francesca Benetti, Tanja Vogrin, Giovanna Baviera, Rui Staehelin e Ricardo Leitao Pedro nel periodo del loro studio presso la Schola Cantorum Basiliensis.

Il repertorio su cui l’ensemble focalizza la propria ricerca è quello madrigalistico italiano di fine ‘500, con particolare attenzione ai compositori che furono attivi alla corte estense di Ferrara come Giaches de Wert o Ludovico Agostini.

Una particolare attenzione va alle composizioni dedicate al Concerto delle Donne a Ferrara come i madrigali a uno, due, tre soprani di Luzzasco Luzzaschi in cui viene esaltata la vocalità femminile dell’Ensemble.

I momenti vocali si equilibrano con una parte esclusivamente strumentale in cui si può godere di Canzoni del primo barocco italiano, tra cui, ad esempio, quelle di Girolamo Frescobaldi.

Nella primavera 2015, il Concerto di Margherita debutta con una Tournèe tutta italiana che vede il gruppo esibirsi da subito in luoghi storici di grande prestigio quali Palazzo Schifanoia a Ferrara, la Fondazione Tagliavini di Bologna e Villa I Tatti (centro di ricerca sul rinascimento italiano dell’Università di Harvard) a Firenze.
Il lavoro di questo Ensemble e la sua costante ricerca di un equilibrio espressivo tra voci e strumenti è proiettato verso un futuro di sperimentazione e analisi del repertorio madrigalistico italiano a cavallo tra i due secoli.

PROGRAMMA: Gioco della cieca

“Cieco Amor non ti cred’io; ma fai cieco il desio di chi ti crede: che s’hai pur poca vista, hai minor fede”.

Così dichiara il coro guariniano alla fine di una scena emblematica del Pastor Fido: nel terzo atto dell’opera, Mirtillo e Amarilli, giovani abitanti dell’idilliaca Arcadia, vengono coinvolti in una versione dell’odierna “mosca cieca”. Amarilli, bendata e disorientata, si ritrova nelle braccia di Mirtillo; quest’ultimo ne è segretamente innamorato, nonostante sia destinata a sposarsi con Silvio per placare l’ira divina provocata da un’antica pena commessa dalla popolazione d’Arcadia. Così, mentre i due amanti errano privi di vista, Amarilli in senso letterale, per via della benda sugli occhi, Mirtillo in senso metaforico per via del suo amore tormentato, il coro condanna la natura falsa e traditrice dell’amore cosiddetto “cieco”.

Il filo invisibile della vista che lega amanti ed amati costituisce il tema centrale di questo programma. La vista dell’amato o dell’amata rappresenta una fonte sia di gioia che di disperazione per l’innamorato, scandendo il ritmo della sua esistenza tormentata; nel caso di un amore irraggiungibile, essa è l’unico modo di entrare in contatto con la persona desiderata; lo sguardo inoltre non deve necessariamente essere ricambiato (spesso, anzi, non lo è) per stimolare l’infatuazione dolceamara dell’amante. Fondamentalmente, la percezione dell’innamorato può essere completamente scardinata dalla realtà, poiché la persona innamorata è capace di proiettare il proprio stato emotivo su qualsiasi aspetto dell’essere amato, a prescindere dalle caratteristiche oggettive di quest’ultimo. Ispirandosi all’immagine guariniana dell’amore cieco ed accecante, l’Ensemble Concerto di Margherita presenta una narrazione musicale incentrata sull’ archetipo dell’Innamorato, avviluppato in un gioco di mosca cieca esistenziale. Giocando con elementi visivi e sonori, i membri dell’Ensemble, i quali cantano accompagnandosi con strumenti storici, presentano un programma variegato di opere vocali e strumentali di compositori attivi in Italia all’inizio del Seicento, tra i quali Caccini, Kapsberger e d’India.

Ensemble Concerto di Margherita